mercoledì 26 ottobre 2011

Intervento di Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società Italiana di Medicina Generale

Disturbi psichiatrici nelle cure primarie in Italia

I disturbi mentali costituiscono un importante problema di sanità pubblica per vari motivi: essi presentano un’elevata frequenza nella popolazione generale, in tutte le classi d’età; sono associati a significativi livelli di menomazione del funzionamento psicosociale (cioè, di difficoltà nelle attività della vita quotidiana, nel lavoro, nei rapporti interpersonali e familiari, ecc.); sono all’origine di elevati costi sia sociali che economici, per le persone colpite e per le loro famiglie.


A livello internazionale, dalla metà degli anni ’70 ad oggi, oltre 45 studi realizzati su campioni rappresentativi della popolazione generale, sia in paesi industrializzati che in paesi in via di sviluppo, hanno evidenziato una frequenza in genere elevata (ed in alcuni casi estremamente elevata) dei disturbi mentali. Circa il 20-25% della popolazione in età superiore ai 18 anni, nel corso di un anno, soffre di almeno un disturbo mentale clinicamente significativo.
Le ripercussioni che un disturbo mentale può avere sulla vita di una persona sono estremamente variabili: in alcuni casi (ad esempio, nel caso di alcune fobie o depressioni lievi) l’impatto sul funzionamento nella vita quotidiana è pressochè trascurabile; in altri casi (si pensi alla schizofrenia, al disturbo bipolare, o anche alle depressioni gravi, ad alcune gravi forme di disturbi d’ansia, o ancora all’anoressia, ad alcuni tipi di disturbi di somatizzazione, ecc.) le conseguenze sono molto profonde, investono tutte le aree della vita di un individuo e ne possono condizionare profondamente le realizzazioni in campo familiare, lavorativo, sociale ecc.
Sebbene le percentuali relative ai disturbi mentali nel loro insieme siano simili nei due sessi, vi è una significativa differenza nella distribuzione dei vari tipi di disturbi tra uomini e donne. Negli uomini sono molto più frequenti, specie nelle prime decadi della vita, i disturbi da abuso di sostanze e di alcool, così come il disturbo di personalità antisociale. Tra le donne i disturbi depressivi e quelli d’ansia, i disturbi di somatizzazione ed i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia) si manifestano con frequenza doppia o tripla rispetto agli uomini. E’ verosimile che tali differenze dipendano da un intreccio di fattori, alcuni di natura biologica, altri di natura squisitamente psicosociale, sociale, ecc.
Il Medico di Medicina generale è la persona alla quale si rivolgono con maggiore frequenza i pazienti affetti da disturbi psichiatrici, spesso a farlo sono anche i parenti e gli amici.
Circa il 75% dei medici considera sufficienti o buone le proprie capacità di diagnosticare e trattare i disturbi psichiatrici. Per quanto riguarda l’uso dei farmaci oltre l’80% dei medici di famiglia ritiene di essere in grado di usarli con competenza. I rapporti con gli specialisti ( soprattutto con gli psichiatri) sono considerati buoni da gran parte dei mmg che inviano al consulente soprattutto i casi che vengono considerati gravi.
Nonostante questo quadro complessivamente positivo permane la necessità di migliorere gli strumenti diagnostici e di utilizzare un linguaggio comune che riunifichi o migliori il rapporto tra specialisti e MMG.

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