mercoledì 26 ottobre 2011

Intervento del professor Claudio Mencacci

Il sistema classificativi diagnostici attuali, preferendo un approccio pragmatico descrittivo, hanno prodotto un costante aumento delle definizioni diagnostiche psichiatriche. Questa condizione è risultata molto utile ai fini della possibilità di definire in modo condiviso i quadri psicopatologici osservati, rendendo l’attività clinica e di ricerca più facilmente condivisibile in ambiti socioculturali diversi. 

L’elevato numero di quadri diagnostici ha portato però a criticità rispetto alla possibilità di utilizzo di trattamenti specifici per ciascun quadro. Gli interventi farmacologici con antipsicotici per esempio sono riservati classicamente a specifici quadri come la Schizofrenia, più recentemente sono stati estesi anche ad altre condizioni diagnostiche come il disturbo Bipolare, ma per tanti disturbi psichiatrici codificati secondo uno specifico codice diagnostico non esiste uno specifico intervento farmacologico dimostrato valido e dunque accettato dagli enti regolatori (EMEA, AIFA).
Per ovviare a tale criticità la ricerca psicofarmacologica sta esplorando la possibilità di valutare l’efficacia di nuove molecole attive sui recettori serotoninergici o modulatori diretti o indiretti del sistema gabaergico. Un altro fronte di ricerca è invece l’allargamento delle indicazioni terapeutiche per farmaci già in commercio. Tale esigenza nasce da una ampia esperienza clinica di utilizzo off label di molti antipsicotici in condizioni cliniche diversificate, dai Disturbi di Personalità a Disturbi Depressivi resistenti o con caratteristiche deliranti, Disturbo Ossessivo Compulsivo etc. Questa ultima area di ricerca è documentata soprattutto da studi osservazionali.
Nella presentazione verrà effettuata un overview delle criticità e delle novità su questi ambiti.

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