mercoledì 26 ottobre 2011

Intervento di Marco Bignoli, CSD

I disturbi psichici emergenti dal punto di vista dello psichiatra: numeri, approcci e bisogni

Gli psichiatri italiani credono molto nel loro lavoro; vorrebbero poter disporre per la cura dei loro pazienti di opzioni terapeutiche varie e differenziate, ma non sempre questo è possibile.
Questo e altro ancora emerge dalla recente indagine di CSD ITALIA sull’attività professionale dello psichiatra ambulatoriale: 135 psichiatri intervistati, 2712 schede descrittive dei pazienti trattati per le più varie patologie per disegnare un quadro completo e rappresentativo dell’attività ambulatoriale dello psichiatra italiano.


Non tutte le patologie psichiatriche sono uguali. Ad alcune tra le più diffuse, come schizofrenia, disturbo bipolare, depressione e disturbi d’ansia, corrisponde una offerta terapeutica ampia e variegata. Ma ve ne sono altre, che lo psichiatra indica come emergenti e in crescita, per le quali le terapie specifiche disponibili sono ancora poche.
È il caso in primo luogo dei disturbi di personalità (9% dei pazienti). O delle diverse forme di dipendenza: da sostanze stupefacenti (6% dei pazienti), da alcool (2%), ma anche da internet o da gioco d’azzardo (1%). O ancora delle demenze e dei disturbi cognitivi (3%). Si tratta di diagnosi che, seppur in qualche caso minoritarie, vengono segnalate da almeno due terzi degli psichiatri ambulatoriali come patologie in forte crescita.
Alla luce di questo quadro l’offerta di terapie farmacologiche viene giudicata pienamente soddisfacente solo dal 23% degli psichiatri: la maggioranza dei medici intervistati (66%) pensa che sia abbastanza adeguata ma non del tutto soddisfacente, e l’11% la ritiene del tutto insoddisfacente. Ai primi posti nella classifica delle patologie per le quali l’offerta dovrebbe essere migliorata compaiono proprio le patologie emergenti di cui stiamo parlando: disturbi della personalità, demenza, dipendenze. Per trattare il paziente che presenta queste patologie lo psichiatra ha pochi strumenti, e spesso deve ricorrere ad antipsicotici e antidepressivi.
In definitiva, lo psichiatra – pur largamente soddisfatto della propria attività professionale – esprime un bisogno chiaro e tangibile: l’esigenza di poter disporre di una offerta terapeutica più ampia, in grado di coprire aree finora dimenticate ma sempre più avvertite emergenti e in crescita.

Nessun commento:

Posta un commento